Altichiero da Zevio (Zevio 1330 circa – Verona 1390 circa)



Storie dell'infanzia di Cristo, Crocifissione, Incoronazione della Vergine, storie di San Giorgio, Santa Lucia e Santa Caterina, Evangelisti e Dottori della chiesa
Affresco, 1379-1384
Oratorio di San Giorgio, Padova

L'edificio, che si affaccia su piazza del Santo, venne fatto realizzare da Raimondino Lupi di Soragna, cugino di Bonifacio il committente della Cappella di san Felice, come cappella sepolcrale di famiglia. La costruzione imita la struttura del celebre modello degli Scrovegni, con uno spazio rettangolare coperto da una volta a botte. La fine dei lavori si colloca intorno al 1377, mentre due anni dopo muore lo stesso Raimondino, il cui corpo viene deposto all'interno in una grande arca marmorea, andata poi perduta nel 1592. Dopo la sua morte il cugino Bonifacio, esecutore testamentario, riconferma ad Altichiero l'incarico della decorazione pittorica, che l'artista porterà a compimento tra il 1379 e il 1384. Come già l'apparato architettonico anche il ciclo ad affresco si modella sull'esempio degli Scrovegni. Analoga la volta stellata con fasce decorative e tondi, qui recanti le immagini degli Evangelisti e dei Dottori della chiesa, e analoga l'organizzazione delle storie sulle pareti, realizzate entro riquadri su registri sovrapposti divisi da cornici ornamentali. Sulla controfacciata trovano posto le storie dell'Infanzia di Cristo, mentre sulla parete di fondo si osserva la Crocifissione e nella parte alta l'imponente Incoronazione della Vergine. Sulle pareti laterali sono raffigurate le storie relative ai santi Giorgio, Caterina d'Alessandria e Lucia cui erano evidentemente devoti i membri della famiglia Lupi. Così si susseguono i diversi episodi tratti dalla più nota fonte scritta dell'epoca sulla vita dei santi, la duecentesca Legenda aurea di Jacopo da Varagine. Parete sinistra, fascia superiore: San Giorgio uccide il drago; San Giorgio battezza Servio, re di Cirene; I Lupi di Soragna presentati alla Vergine. Parete sinistra, fascia inferiore: San Giorgio beve il veleno e resta incolume; San Giorgio al supplizio della ruota liberato da due angeli; San Giorgio fa crollare il tempio pagano con la preghiera; Decapitazione di San Giorgio. Parete destra, fascia superiore: Santa Caterina davanti all'idolo pagano; Disputa di Santa Caterina con i filosofi; Santa Caterina al supplizio della ruota ne è miracolosamente liberata; Decapitazione di Santa Caterina. Parete destra, fascia inferiore: Santa Lucia davanti al console Pascasio; Santa Lucia trascinata inutilmente verso un lupanare; Santa Lucia dopo essere rimasta immune al rogo e all'olio bollente viene pugnalata da uno sgherro; Funerali di Santa Lucia. In questa impresa pittorica Altichiero raffina ulteriormente, rispetto alla precedente realizzazione padovana, i caratteri peculiari del suo stile. Le caratterizzazioni fisionomiche delle figure diventano spesso veri e propri ritratti, la notazione dei dettagli si fa cronaca di costume attraverso la descrizione degli abiti in una sorta di campionario della moda dell'epoca. Gli edifici sembrano assumere il valore di autentici progetti dipinti, in grado di precorrere addirittura alcuni sviluppi dello stile architettonico di inizio Quattrocento. La profusione di dettagli e particolari resi con sorprendente realismo non si pone in contrasto con l'organizzazione corale della scena. Questa è sempre finalizzata ad indirizzare lo sguardo dello spettatore sui punti fondamentali della rappresentazione. Vediamo quindi come nel San Giorgio che battezza Servino si osserva un articolato scenario architettonico nel quale spicca il fantasioso edificio centrale, in uno spazio che risulta verosimilmente abitabile. Nella Santa Lucia trascinata al lupanare i buoi in primo piano sono descritti con una sensibilità naturalistica che anticipa Pisanello, mentre i gesti e gli atteggiamenti delle figure contribuiscono in modo appropriato a rendere la concitazione della scena. Nei Funerali di Santa Lucia si possono osservare tra la folla che assiste al rito funebre alcune figure puntualmente caratterizzate dalla foggia degli abiti contemporanei e dai tratti fisionomici di sorprendente realismo. L'architettura dipinta che fa da cornice alle esequie della santa ha pochi precedenti quanto a complessità e rigorosità dello scorcio diagonale, che porta verso la scena in secondo piano sulla sinistra dove Lucia riceve la comunione dopo essere stata trafitta al collo con un pugnale. Si può infine notare un particolare interessante. Nell'episodio con Santa Caterina davanti all'idolo pagano si vede come l'edificio sulla sinistra in cui è posta la statua di quest'ultimo presenta nella parte alta una certa somiglianza con la basilica antoniana, a cui evidentemente l'artista si è richiamato.



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